L’energia degli atomi:
una minaccia per la vita
Dobbiamo cominciare a pensare in una nuova maniera. Dobbiamo imparare a chiederci non che mosse intraprendere per offrire la vittoria militare al proprio gruppo preferito, perché non ci saranno poi ulteriori mosse di questo tipo; la domanda che dobbiamo farci è: che passi fare per prevenire uno scontro militare il cui risultato sarà inevitabilmente disastroso per entrambe le parti? (Il Manifesto di Russell–Einstein, 1955).
Scoprendo i segreti dell’atomo l’uomo moderno si è trovato ad affrontare un problema agghiacciante: cosa fare dei materiali più pericolosi che mai siano esistiti nella storia della terra, i sottoprodotti della fissione atomica. … Proprio per la sua immensa estensione e la sua apparente lontananza… il mare è stato scelto come luogo ‘naturale’ di seppellimento dei rifiuti contaminati… (Rachel Carson, Il mare intorno a noi, 1961).
Negli anni Cinquanta furono proprio alcuni scienziati che avevano partecipato al Progetto Manhattan (per la costruzione della prima bomba atomica) a fondare la Federation of American Scientists (FAS), per studiare gli effetti dei test atomici a livello mondiale.
Alla minaccia delle armi – da subito presente – si aggiunse ben presto quella dell’inquinamento: il ‘fallout’ ( la ricaduta radioattiva) dei test nucleari eseguiti in atmosfera da numerose potenze (USA, URSS, Francia, UK…) riguardava gli abitanti di tutto il mondo e costituiva una minaccia inaccettabile per la salute umana e ambientale.
Intanto, con l’affermarsi dell’idea che fosse possibile un uso pacifico dell’energia nucleare, iniziarono le costruzioni delle prime centrali atomiche. Le commistioni tra le filiere del nucleare civile e militare, e alcuni gravi incidenti agli impianti per la produzione di elettricità da fonte nucleare, alimentarono proteste e mobilitazioni contro l’uso di questa forma di energia.
L’energia prodotta in queste centrali contribuisce, insieme alle fonti fossili, ad accelerare il processo di rapida trasformazione e degrado dei sistemi naturali. Ripercorrere gli eventi della lotta nonviolenta contro le armi atomiche, contro l’inquinamento radioattivo e contro la produzione di una energia così pericolosa può aiutarci a trovare nuove energie in difesa della nostra casa comune, la Terra.
Manifestazioni anti nucleari
Tra gli anni Settanta e Ottanta furono organizzate imponenti manifestazioni di gruppi antimilitaristi e movimenti ambientalisti in Europa e USA, unendo il rifiuto della guerra come modalità di relazione tra i popoli e la preoccupazione per i danni ambientali.
Creatività e coraggio
Con l’aumentare dei rischi presentati dalla filiera del nucleare (dalle miniere di uranio ai trasporti del materiale radioattivo allo stoccaggio, fino ai depositi di scorie) si moltiplicano in tutto il mondo i movimenti e le iniziative per contrastare l’uso dell’energia nucleare. Tra di essi Il Movimento pacifista cristiano “Convertire le spade in vomeri”; Le imprese di Greenpeace; Comunità native nord-americane e australiane contro miniere e scorie nucleari.
Associazioni e istituzioni
Dalla seconda metà del Novecento le denunce degli scienziati e le proteste della società civile si sono organizzate allo scopo di promuovere leggi contro la produzione e l’uso di armi nucleari, contro la sperimentazione di nuove armi, e contro lo smaltimento incontrollato delle scorie radioattive. Il Bollettino degli Scienziati Atomici ha inventato nel 1945 la metafora dell’Orologio dell’Apocalisse, che ogni anno segna quanto siamo vicini alla distruzione dell’umanità.
L’International Physicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW) ha dato origine alla Campagna Internazionale per Abolire le Armi Nucleari (ICAN), insignita nel 2017 del Premio Nobel per la Pace.